Mese: Giugno 2021

Y-Strap

Lo strumento Y-Strap è uno strumento di allungamento per eseguire la decompressione manuale della colonna vertebrale.
Questo strumento di allungamento della colonna vertebrale consente l’allungamento della colonna vertebrale supportando la regione sub-occipitale del cranio per decomprimere le parti cervicali, dorsali e lombari della colonna vertebrale

➡️La trazione spinale è una tecnica usata per allungare la colonna vertebrale allungando i dischi tra le vertebre che vengono cosi decompresse.
L’obiettivo principale di allungare la colonna vertebrale è:
👉Rilassare i muscoli
👉Aumentare il divario intervertebrale del forame (lo spazio tra le vertebre)
👉Ridurre la pressione sui nervi situati nella colonna vertebrale

Vi sono molti modi per eseguire la decompressione della colonna vertebrale, alcuni dei quali sono:
👉Allungamento per gravità:
appendendosi a testa in giù per allungare la parte inferiore e superiore della colonna vertebrale
👉Decompressione completamente manuale:
usare le mani per afferrare la parte
posteriore della testa e la fronte per tirare la testa nell’asse Y
👉Decompressione manuale basata su strumenti:
sono disponibili molti strumenti
per allungare la colonna vertebrale. Per applicare la forza usano elastici, pesi,
gravità o forza umana per decomprimere la colonna vertebrale
👉Decompressione della colonna vertebrale meccanica / motorizzata:
macchine progettate per eseguire automaticamente la decompressione della colonna vertebrale e utilizzare energia elettrica

🤔Trazione manuale vs trazione meccanica motorizzata:
La trazione manuale è stata scelta per decenni in quanto è semplice da eseguire, non richiede attrezzature costose e la persona che pratica l’allungamento può ottenere un feedback verbale e tattile continuo con il paziente.
Mentre le soluzioni motorizzate non necessitano dell’interazione umana durante il movimento di stretching, andando cosi ad eliminare le abilità palpatorie dell’operatore

Text Neck

La Text neck conosciuta come “sindrome da smartphone” è un insieme di sintomi della schiena ed del tratto cervicale, causati dall’uso improprio di smartphone e, in misura minore, di tablet e schermi del computer.

Il peso del capo in posizione eretta si aggira tra i 4,5 e i 5,5 kg, mentre nel momento in cui si protende il collo in avanti e verso il basso il carico sul rachide cervicale può aumentare fino a 27 kg e questo può portare nel tempo ad un cambiamento fisiologico e sintomatologico.

Tra i sintomi abbiamo tensione costante e progressiva della muscolatura, contratture, vertigini e mal di testa. In più ci può essere anche perdita della curva fisiologica cervicale o addirittura inversione di curva, degenerazione artrosica, protrusioni ed ernie.

Disturbi temporo-mandibolari

I disturbi temporo-mandibolari sono problematiche legate all’articolazione temporo-mandibolare (ATM) o ad altre strutture che si inseriscono in questa zona come legamenti, muscoli e tendini.

L’approccio osteopatico prevede, oltre al trattamento della zona dolente, la ricerca della causa primaria dello scompenso; attraverso i test e l’osservazione si arriva a capire che i vari sintomi riportati dal paziente come mal di testa, cervicalgia e bruxismo possono dipendere da una problematica riguardante l’articolazione temporo-mandibolare.

 La valutazione dell’osteopata può essere utile per suggerire l’intervento da parte di figure professionali come l’ortodonzista o lo gnatologo al fine di modificare l’atteggiamento occlusale e di conseguenza avere anche ripercussioni positive su postura e colonna vertebrale. Il trattamento osteopatico può accelerare ed ottimizzare le soluzioni ortodontiche come apparecchi e protesi.

Le tecniche manuali a cui si ricorre sono concentrate sulla colonna vertebrale, sulle articolazioni, sui legamenti e i muscoli della mandibola (massetere, pterigoidei e temporale sono quelli più soggetti ad accorciamento). La manipolazione agisce allentando le tensioni e ripristinando la mobilità delle articolazioni.

Cefalea muscolo-tensiva

E’ il tipo di cefalea più diffuso al mondo, caratterizzato da contrazione involontaria e continua dei muscoli del collo e delle spalle, associata a condizioni di affaticamento e tensione. Il dolore si può distribuire nella zona delle tempie, fronte, nuca oppure diffuso in tutto il capo, solitamente bilateralmente. Può essere episodica (dai 30 minuti ai 7 giorni) oppure cronica (per almeno sei mesi all’anno, per più di 15 giorni al mese).

Il trattamento manipolativo osteopatico può essere utile nella gestione del dolore andando a trattare le varie disfunzioni somatiche della zona, come quelle a livello vertebro-cervicale, soprattutto a livello di C1 e C2 per la relazione con la dura madre attraverso il ponte miodurale, e muscolare in particolare trigger points e tender points a livello di muscoli suboccipitali, trapezio, temporale e SCOM.

Inoltre anche la stasi liquida a livello cranico può essere un fattore favorente i sintomi, per cui il drenaggio dei seni venosi del cranio può rivelarsi efficace.
Anche altre tecniche cranio-sacrali, come la compressione del quarto ventricolo, possono essere vantaggiose per la sintomatologia.

Oltre al trattamento manipolativo, l’osteopata può essere d’aiuto dal punto di vista bio-psico-sociale e metabolico suggerendo posture più corrette in ambito lavorativo o abitudinario e a cercare di diminuire lo stress (fattore influente sul dolore mio-tensivo) evitando conflitti e praticando sport.

Reflusso gastro-esofageo

Il reflusso gastro-esofageo è la risalita di contenuto acido dello stomaco all’interno del canale esofageo. 


La causa più comune di questo fenomeno è l’alterata funzionalità dello sfintere tra esofago e stomaco ovvero il cardias, un’altra causa meno comune può essere il rallentamento dello svuotamento gastrico (più tempo rimane nello stomaco maggiori saranno le probabilità di reflusso).

Il trattamento osteopatico può essere utile nel miglioramento dei sintomi tramite tecniche viscerali sul tratto gastro-esofageo e tecniche sul rilasciamento fasciale del diaframma, il quale contornando lo sfintere esofageo influisce indirettamente sulla sua efficienza.

Anche il tratto vertebrale dorso lombare può essere particolarmente importante per la continuità anatomica tramite i pilastri del diaframma e la corrispondenza metamerica della zona gastrica ed esofagea.

Bruxismo

Il bruxismo ( o digrignamento dei denti) consiste in uno sfregamento associato ad un serramento, involontario e violento, dei denti dell’arcata superiore e inferiore.

Questo fenomeno è causato dalla contrazione dei muscoli masticatori (massetere, temporale, pterigoidei) e tende ad essere presente anche durante il sonno.

I sintomi ai quali può portare sono principalmente mal di testa, dolore alla mandibola e all’orecchio e può portare se protratto ad abrasione e usura dei denti.
Può essere causato o peggiorato da deviazioni mandibolari, mal occlusione e stress emotivo.

Non esistono farmaci che possano curare il bruxismo, ma per ridurre l’usura dei denti e i sintomi dolorosi associati a questa parafunzione si può ricorrere all’utilizzo del bite, un paradenti che può essere indossato di notte e impedire lo sfregamento dei denti.

La Cicatrice

La cicatrice è un accumulo di tessuto fibroso anelastico che genera difficoltà di scorrimento ai piani fasciali e muscolari portando a retrazioni e tensioni connettivali. Il tessuto cicatriziale che si viene a formare può essere atrofico, ipetrofico o cheloide (il più difficile da trattare).

La cicatrice può formare aderenze che si insinuano tra tessuti, organi e articolazioni sconvolgendo impercettibilmente l’equilibrio postulare dell’individuo.

L’osteopata può agire sulla cicatrice cercando di ridurre le aderenze e facilitando lo scorrimento tissutale tramite varie tecniche di trazionamento fasciale come quelle di scollamento e scivolamento, ma anche in modo indiretto con tecniche indirette come il fascial drag. Il trattamento delle cicatrici risulta talvolta necessario visto il loro ruolo perturbatore e la loro ripercussione sul corpo.

Una cicatrice si considera solida (quindi trattabile manualmente) solitamente dopo 15 giorni anche se in alcuni casi per sicurezza può essere consigliabile trattarla dopo un mese.

Nella clinica, si è vista l’importanza dell’approccio osteopatico nel trattamento di particolari cicatrici come quelle che si instaurano con il parto cesareo.

Cervicalgia

Il dolore del rachide cervicale è uno dei motivi più frequenti di consultazione per un osteopata, classificata come quarta causa più comune di disabilità.

Questa condizione è definita come dolore percepito ovunque nella regione posteriore della colonna cervicale, dalla linea nucale superiore al primo processo spinoso toracico.

Nella cervicalgia il trattamento manipolativo osteopatico è risultato utile nel miglioramento a breve termine nella mobilità e nel dolore, in particolare si è evidenziato come il miglioramento funzionale della dorsale tramite tecniche manipolative aiuti a migliorare il movimento della cervicale.

 Possono anche essere utili tecniche sulla stessa zona cervicale a livello articolare e suoi tessuti molli e anche le tecniche viscerali poiché queste strutture possono instaurare dolore cervicale tramite riflessi viscerosomatici.

Che cos’è l’osteopatia?

L’osteopatia è un sistema affermato e riconosciuto di prevenzione sanitaria che si basa sul contatto manuale per la diagnosi e per il trattamento. Agisce sul corpo analizzandolo nella sua interezza, non si sofferma sul sintomo o sul dolore ma cerca la causa scatenante in tutto il corpo.

Nella norma CEN (EN 16686) del 2015 l’osteopatia è definita come una disciplina sanitaria di primo contatto centrata sul paziente, che esalta l’interrelazione tra struttura e funzione all’interno del corpo, facilita la capacità di auto-guarigione dell’organismo e promuove un approccio rivolto alla totalità della persona in tutti i campi della salute e della prevenzione, attraverso il trattamento manipolativo osteopatico.

L’osteopatia nasce il 22 giugno 1874 a seguito di un’intuizione del Dottor Andrew Taylor Still che dirà: “Come una scheggia di sole, una scintilla di verità colpì il mio spirito: grazie allo studio, la ricerca e l’osservazione, mi avvicinavo gradualmente a una scienza che sarebbe stata di grande beneficio per il mondo.” Il nome deriva dalla volontà di Still di voler mettere l’osso come punto di partenza per accertare le cause delle condizioni patologiche.

Nel libro “Filosofia e biomeccanica dei principi di Osteopatia” Still la definisce come “conoscenza scientifica dell’anatomia e della fisiologia, nelle mani di una persona intelligente e capace, in grado di applicare quella conoscenza nell’uomo malato o affetto da distorsioni, traumi, cadute, squilibri meccanici o lesioni in qualunque parte del corpo.”

 

Chi è l’osteopata?
L’osteopata è un professionista sanitario (inquadrato nella legge 3/2018) che usa le proprie conoscenze sul rapporto tra struttura e funzione per ottimizzare le capacità di autoregolazione e di autoguarigione dell’organismo.
Tale approccio olistico nei confronti della cura e della guarigione dei pazienti si basa sull’idea che un essere umano rappresenti un’unità funzionale dinamica, nella quale tutte le parti sono interconnesse e che possiede dei propri meccanismi di autoregolazione e di autoguarigione.
Una componente essenziale sanitaria della cura osteopatica è rappresentata dal trattamento manipolativo osteopatico (OMT), tecniche manipolative che si possono combinare con altri trattamenti o consigli, per esempio su alimentazione, attività fisica e postura o counseling. [OMS 2010]

Questa definizione dell’OMS (organizzazione mondiale della sanità) in sostanza delinea l’osteopata come un professionista sanitario che utilizza prettamente la terapia manuale allo scopo di permettere al corpo di ritrovare la sua salute, rimuovendo gli ostacoli definiti da noi disfunzioni somatiche.

Chi è il massoterapista, che cosa fa?

Il massoterapista, o M.C.B., è colui che applica la massoterapia.

A questo punto ti starai chiedendo “ma cos’è la massoterapia?”

La massoterapia (dal greco “masso” e “therapeia”, letteralmente “cura con il modellamento delle mani”)  è quel che comunemente potremmo definire come “la terapia dei massaggi”. 

Il massaggio, è la più antica forma di terapia fisica esistente, la cui origine risale al primo millennio a.C. nei territori ora facenti parte dell’India. Per definizione, consiste in una serie di manualità effettuate sui tessuti molli del corpo umano a scopo igienico, estetico, sportivo e terapeutico. Le manualità sono operazioni eseguite prevalentemente con il palmo della mano e talvolta con altre parti del corpo (pollice, polpastrelli, nocche, avambraccio, gomito).

In particolare, con massoterapia si intende l’utilizzo del massaggio con finalità terapeutica, riabilitava e preventiva realizzata attraverso il massaggio manuale.

Attraverso il trattamento manuale dei tessuti molli, l’obiettivo del massoterapista è quello di dar sollievo a specifici tipi di dolore, normalizzare disfunzioni ed indurre un rilassamento psico-fisico. 

Bene, quali sono i meccanismi d’azione che rendono efficace il trattamento massoterapico?

Tutti gli scopi che il massaggio si propone di ottenere, dipendono dall’esatta applicazione tecnica della manualità necessaria alla risoluzione della specifica problematica. I meccanismi insiti in ogni manualità, tali da produrre una modificazione fisiologica rilevante a livello corporeo sono:

  • azione meccanica (o diretta): prodotta direttamente sui tessuti e sugli organi sottoposti al trattamento, dovuta allo stimolo fisico della manualità stessa (pressione, vibrazione, stiramento).
  • azione riflessa (o indiretta): che produce modificazioni dello status funzionale di organi lontani dal punto di applicazione della manualità, attraverso la stimolazione di particolari recettori nervosi presenti nella cute, nei muscoli e nei tendini, i quali trasmettono lo stimolo ricevuto al sistema nervoso centrale. A sua volta, il SNC, rimanda risposte vaso-motorie, che agiscono sulla circolazione settoriale, e neuro-vegetative, che impattano sulla frequenza cardiaca e respiratoria e sulla regolazione del tono muscolare.

Ogni manualità produce effetti sia meccanici che riflessi, dunque sarà la necessità terapeutica a determinarne l’utilizzo in base alla specifica finalità.

Quando è indicata la massoterapia? Quando non lo è?

Sul piano corporeo, il massaggio, produce numerosi effetti con l’attivazione di reazioni fisiche e biochimiche riguardanti:

  • stimolo del metabolismo con riattivazione della circolazione dei fluidi 
  • rilassamento psico-fisco 
  • riequilibrio dei livelli ormonali
  • miglior ossigenazione dei tessuti
  • azione tonica generale
  • effetto analgesico

Per controindicazioni al massaggio si intendono tutte quelle situazioni patologiche che possono peggiorare conseguentemente alla massoterapia:

  • processi traumatici recenti
  • processi infiammatori acuti
  • flebopatie
  • insufficienza cardiaca con edemi agli arti inferiori
  • patologie del sistema nervoso centrale
  • gravi necropatie
  • stati febbrili
  • neoplasie
  • dermatiti e dermatosi

A chi è rivolta la massoterapia?

A tutti! Chiunque di noi per il solo fatto di essere al mondo, considerando che il muscolo lavora solo in accorciamento, col passare del tempo andrà in contro a retrazioni muscolari. Se poi teniamo in considerazione i vari stressor a cui siamo sottoposti quotidianamente durante le nostre attività sportive e lavorative (e perché no, anche nella vita privata), la sommatoria di tutto ciò determinerà una muscolatura inevitabilmente contratta.

Il mio consiglio è quello di trovare un terapista competente, farti massaggiare, sarai poi tu stesso a giudicare la validità della massoterapia!