Categoria: Nutrizione

La nutrizione a sostegno del sistema immunitario e dell’epidemia da COVID-19

L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, causata dalla famiglia del coronavirus mette in gioco i meccanismi di difesa da parte del nostro sistema immunitario.

Noi essere umani siamo dotati di un immunità innata (non antigene-specifica ed immediata), ma priva di una memoria immunologica ed un immunità adattiva (antigene specifica), ma con una memoria immunologica.

Per immunità innata si fa riferimento ad una prima linea di difesa nei confronti di agenti patogeni (virus, batteri, lieviti, funghi, protozoi), e le prime cellule tipiche dell’immunità innata sono appartenenti alla famiglia dei globuli bianchi, chiamati, fagociti in quanto in grado di eliminare fisicamente questi patogeni, mangiandoseli o nello specifico mediante fagocitosi.

Di questa famiglia fanno parte anche i Monociti-Macrofagi, le Cellule Dentriche, che per i primi accorrono nel sito d’ingresso dei patogeni e mettono in atto una serie di segnali. Ma il primo segnale di uno stato infiammatorio è caratterizzato da quattro momenti: ARROSSAMENTO, DOLORE, CALORE e GONFIORE.

In alcuni stati infettivi, questa si risolve senza la manifestazione di particolari sintomi, ma quando un’agente patogeno  riesce a superare queste prime linee di difesa, l’immunità innata chiama in gioco l’immunità specifica.

Quest’ultima consta di cellule chiamate linfociti T e linfociti B, che possiedono la specificità che permette loro di riconoscere un singolo agente estraneo all’organismo e di inserirlo nella memoria immunologica (capacità di ricordarlo qualora si ripresenti), sistema su cui si basano i vaccini, per evitare fenomeni epidemiologici.

IL RUOLO DELL’ALIMENTAZIONE

Per tutti gli esseri umani, rafforzare il sistema immunitario è importante al fine di prevenire la continua comparsa di eventi infettivi:  l’alimentazione in questo gioca un ruolo fondamentale.

Non dovranno mai mancare vitamina C, vitamina E ed alcuni minerali come calcio, ferro, selenio, magnesio, fosforo, potassio e zinco presenti soprattutto negli ortaggi verdi, legumi, cereali, frutta, pesce, uova e carne.

La vitamina C ha una struttura simile al glucosio. Chimicamente è rappresentata come acido L-Ascorbico.

L’acido L-ascorbico è un cofattore per alcune reazioni cruciali ed e’ coinvolta nel trasporto e l’assorbimento del ferro a livello intestinale. Ma non solo: è un potente antiossidante che neutralizza  i radicali liberi e le altre specie reattive dell’ossigeno (ROS), evitando in tal modo i danni prodotti da queste molecole nocive a carico del sistema immunitario e stimolando la funzionalità di neutrofili, macrofagi e linfociti.

L’azione antiossidante della vitamina C è ulteriormente amplificata dalla sua capacità di rigenerare la vitamina E dalla sua forma ossidata, permettendo cosi di avvantaggiarsi anche degli effetti antiossidanti di questo secondo micronutriente essenziale.

L’assunzione giornaliera raccomandata della vitamina C è compresa fra i 5 ed i 10 mg/die.

Inoltre studi scientifici, hanno dimostrato come una corretta assunzione di zinco possa contribuire alla normale funzione del sistema immunitario regolando l’attività dei linfociti T, aiutando la fagocitosi, e proteggendo le cellule dallo stress ossidativo.

 

 

IL SISTEMA IMMUNITARIO NELLO SPORTIVO

Abbiamo già detto che il nostro sistema immunitario si comporta come una rete complessa ma ordinata di regolazione  dell’omeostasi  (equilibrio) del nostro organismo, contrastando tutto ciò che possa alterare la corretta funzionalità dell’organismo stesso di appartenenza.

Una attività sportiva moderata ha senz’altro un’azione positiva su tutto il sistema immunitario, aumentando il numero e la capacità dei fagociti, presenti nel sangue, per contrastare una eventuale presenza di agenti patogeni. Invece, negli sport impegnativi in cui sono richiesti sforzi intensi e prolungati, un soggetto è maggiormente esposto a rischio di infezioni (soprattutto a carico delle vie respiratorie) in quanto sottoposti a maggiore stress fisico-psicologico e ambientale, generando in tal modo un vero e proprio stato di immundeficienza (dalle 3 ore alle 72 ore dopo l’allenamento o gara) non di grave entità s’intende, ma sufficiente ad aumentare il rischio di infezioni batterico-virali, cliniche e subcliniche.

In questo caso è ovvio che una alimentazione “intelligente” dovrà fornire una adeguata quantità di calorie, carboidrati, proteine, grassi, vitamine, Sali minerali, fibra e acqua.

In caso contrario si avrà un impatto negativo soprattutto sul sistema immunitario con abbassamento delle difese immunitarie e una aumentata suscettibilità alle infezioni.

Il cortisolo: stress e alimentazione

Il cortisolo è un ormone prodotto dalle ghiandole surrenali. E’ conosciuto come “ormone dello stress” in quanto la sua secrezione aumenta in condizioni di affaticamento psico-fisico, ed è temutissimo dai frequentatori di palestre poiché il suo eccesso promuove il catabolismo (perdita di massa muscolare). Analizziamo gli effetti positivi e negativi del cortisolo:

-Gli effetti positivi del cortisolo:
Se al giorno d’oggi il cortisolo è un ormone da temere, da un punto di vista evolutivo ha avuto un ruolo assolutamente positivo: senza la secrezione di cortisolo l’uomo primitivo difficilmente si sarebbe salvato la vita in situazioni di pericolo.
Il cortisolo era l’ormone che predisponeva all’azione fulminea: quando si avvertiva la minaccia di un animale feroce, la secrezione di cortisolo permetteva di stare in allerta, pronti a scappare o ad affrontare la belva. Senza di esso le gambe non avrebbero avuto la prontezza di correre, e si sarebbe stati predati.

Il cortisolo:
– Permette un repentino flusso di zuccheri nel sangue, indispensabili all’azione esplosiva: la combustione di grassi richiedere adattamenti metabolici più lunghi ad instaurarsi, mentre in caso di pericolo si ha bisogno di energie immediatamente disponibili.
– Aumenta la pressione arteriosa, in modo da far affluire il sangue verso gli organi vitali ed evitare la dispersione di energie.
– Stimola l’azione anti-infettiva e anti-infiammatoria del sistema immunitario.
– Permette una minor percezione del dolore.
– Stimola il sistema nervoso centrale a prendere decisioni rapide senza lasciarsi paralizzare dall’ansia o dall’indecisione, permette di avere maggiore concentrazione per i dettagli e di avere un atteggiamento determinato.
Gli effetti del cortisolo sono positivi solo se bilanciati dall’azione di altri ormoni, in particolar modo dal DHEA (5-deidroepiandrosterone), dall’insulina e dal testosterone.

Gli effetti negativi del cortisolo
Lo stress cronico determina un’iperproduzione di cortisolo non bilanciata dall’azione di altri ormoni; questo comporta un aumento continuo degli zuccheri nel sangue: se in una condizione di pericolo reale questi zuccheri sono finalizzati all’azione, in una situazione di stress prolungato gli stessi zuccheri vanno a promuovere insulino-resistenza, infiammazione tissutale con abbassamento delle difese immunitarie, perdita di massa minerale ossea (che può favorire osteoporosi), diminuzione della funzione tiroidea, irritabilità, angoscia e ansia che possono spingersi fino alla depressione.

Il cortisolo viene secreto in modo molto consistente anche a fronte di allenamenti sportivi eccessivi, senza che sia dato al corpo il giusto tempo di recupero: alti livelli di cortisolo protratti nel tempo portano alla perdita di massa magra e ad una resistenza al dimagrimento.

Dal punto di vista del peso corporeo, l’eccesso di cortisolo determina l’aumento del grasso viscerale a livello dell’addome (il più pericoloso per la salute cardiovascolare) e una forte difficoltà a dimagrire. Nelle donne l’azione negativa del cortisolo associata a una prevalenza di estrogeni rispetto al progesterone determina anche ritenzione idrica e cellulite.
Il cortisolo infatti, come ho detto, determina un continuo afflusso di zuccheri nel sangue: finché sono disponibili gli zuccheri il nostro corpo non andrà mai ad attingere energie dal tessuto adiposo, e anzi andrà a trasformare quest’eccesso di zucchero in un’ulteriore riserva di grasso. Oltretutto il sovrappeso è una condizione che aumenta la secrezione di cortisolo stesso, instaurando un meccanismo perverso.

 

DA NON DIMENTICARE:Il rapporto proteine/carboidrati nella dieta deve essere ottimale

Studi scientifici hanno dimostrato che il cortisolo viene secreto in misura maggiore quando la dieta è ricca di proteine: ecco perché regimi dietetici iperproteici portano ad un aumentato stress e nervosismo, o perché si dice che l’eccessivo consumo di carne renda aggressivi. Questo fatto ha una ricaduta anche sul dimagrimento, soprattutto se la dieta iperproteica è seguita da una donna: ricordate che il cortisolo porta ad una diminuita capacità di ossidare i grassi. Le diete iperproteiche seguite troppo a lungo sono controproducenti per l’organismo: non solo portano ad un aumento di residui tossici, ma squilibrano anche la secrezione ormonale.
Anche un eccesso di carboidrati ad alto indice glicemico porta ad un aumento del cortisolo: se le proteine stimolano direttamente la produzione di cortisolo, i carboidrati agiscono invece indirettamente (determinano un aumento di insulina, che a sua volta va ad aumentare il cortisolo). Prediligire carboidrati a basso indice glicemico.

BUONA GIORNATA IN SALUTE